Sono ormai 25 anni che il Premio intitolato a Pietro Conti registra – attraverso le memorie, l’esercizio narrativo, la testimonianza diretta di centinaia di migranti di diverse latitudini o con le indagini di ricercatori che si sono misurati con la storia e l’evoluzione dei fenomeni migratori – i momenti della partenza, dell’insediamento, dei complessi processi di accoglienza e di integrazione, le dinamiche e i cambiamenti che si sviluppano tra culture e territori di origine e di arrivo.
In questo quarto di secolo il Premio ha dato un importante contributo al recupero della memoria storica della grande emigrazione italiana del ‘900; ha visto riemergere l’inatteso interesse per l’Italia e per le proprie origini da parte dei figli e dei nipoti dei primi migranti; poi è stato attraversato dai racconti e dalle testimonianze degli immigrati dal sud del mondo verso il nostro paese, così simili e spesso più acerbe di quelle di cui noi siamo stati protagonisti; infine, negli ultimi dieci anni, ha saputo cogliere la ripartenza della nostra emigrazione giovanile, alle prese con le dure condizioni della disoccupazione o della sotto occupazione, con netto anticipo rispetto alle tardive statistiche ufficiali che ne intercettavano una parte minimale.